“Omenoni” significa grandi uomini in dialetto meneghino, e sono proprio loro a dare il nome alla casa e alla via.
Dopo una vita avventurosa e turbolenta alla corte di Carlo V e Filippo II di Spagna, lo scultore Leone Leoni venne ad abitare a Milano, a questo indirizzo, in questa casa da lui stesso disegnata.
Il proprietario, oltre che scultore fu anche collezionista e medaglista. Molto amato dall’imperatore asburgico Carlo V, divenne responsabile della zecca imperiale, ricoprendo un ruolo di primo piano nella Milano asburgica.
Sotto il cornicione dell’abitazione compare la scritta “Calunnia sbranata dai leoni”, a testimonianza del carattere non troppo docile del proprietario. Pare che Leone arrivò a Milano nel 1542, dovendo fuggire da Roma in seguito a una rissa in cui avrebbe ferito un tesoriere del papa.
Si pensa che le statue siano ispirate a un disegno di Michelangelo, amico di Leone. Sicuramente riprendono l’arte antica romana e insieme a questa anche la sua storia. I quattro telamoni di pietra raffigurano infatti barbari sconfitti.
La casa ai tempi di Leone Leoni e del figlio Pompeo, divenne scrigno di preziose opere d’arte: oggetti d’arte antica, dipinti di grandi artisti, quali Tiziano e Correggio, il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci (oggi conservato nella Biblioteca Ambrosiana).
Oggi tutto quel che resta sono i giganti omenoni che si affacciano sulla strada e che intimoriscono i passanti, i quali tuttavia ne rimarranno rapiti per la grandiosità e la bellezza.