Casa Museo: Poldi Pezzoli

Casa Museo: Poldi Pezzoli

Poldi Pezzoli è una delle case museo della città di Milano, che può vantare di poter mostrare quelle che erano delle lussuose e magnifiche dimore. Oggi accessibili al pubblico, questi luoghi ospitano grandi collezioni d’arte, le quali ingioiellano ambienti già di per sé opere d’arte.

Una varietà di collezioni d’arte e ambienti

La casa museo, nel XIX secolo, passò in eredità a Gian Giacomo Poldi Pezzoli. Un raffinato collezionista, al quale dobbiamo la natura varia, ricercata e splendida degli ambienti e degli oggetti qui conservati. Il padre era un ricco possidente, mentre la madre era di origini nobili, casa Trivulzio. Il suo retaggio gli aprì le porte dell’alta società, dei salotti letterari e di partecipare attivamente in campo politico. Appena entrati, se vi addentrate nella porta posizionata alla destra della cassa e svoltate in direzione degli armadietti c’è uno schermo dove vengono trasmesse le gesta e la vita grandiosa del proprietario di casa. Iniziò a collezionare armature e armi, che spesso reperì durante i suoi lunghi viaggi all’estero, oggi raggruppate in un’unica sala. Successivamente prese a collezionare anche altro. Una varietà che si dispiega davanti a noi come un ricco ventaglio di prodotti artistici che vanno dalla pittura alla ceramica, dall’oreficeria al mobilio.

Gran parte della collezione si trova al primo piano al quale è possibile accedere affrontando un grandioso scalone antico in perfetto stile barocco. E’ il momento giusto per soddisfare la propria fantasia e immaginarvi in panni regali (ancora meglio quando si finisce il tour e si ridiscende, allora si che si può far finta di essere un\a debuttante che finalmente può mostrarsi al mondo).

Vorrei farvi tornare al mondo reale ma la verità è che l’atmosfera da sogno continua con la fantasmagorica sequenza delle sale, diverse tra loro per stile e utilità. Tra queste la Sala degli Stucchi, la Sala nera (di ispirazione fiamminga), il Salone dorato e lo Studiolo dantesco.

Bombardamenti 1943

Purtroppo molti dei mobili, degli oggetti preziosi e dei soffitti sono andati distrutti a causa dei bombardamenti che colpirono il museo nel 1943, è possibile osservare com’era la casa originariamente da alcune foto in bianco e nero poste il alcune delle sale del museo. La stanza che più rimase intatta e fedele a com’era in origine fu lo studiolo dantesco.

Sala dei Lombardi

Un tempo era la biblioteca di Gian Giacomo, distrutta nel 1943, negli anni ’60 venne convertita in 3 stanzette dove sono esposte delle opere del rinascimento lombardo.

Sala degli Stucchi

Originariamente chiamata Sala Gialla, fu decorata in stile Rococò. Ospitava la collezione di porcellane settecentesche.

Salone Dorato

Purtroppo anche di questa sala non possiamo godere della sua maestosità iniziale, era stata progettata seguendo uno stile rinascimentale con arazzi, dipinti sui cavalletti, affreschi del bertini, il soffitto con cassettoni dorati. Oggi, sono esposte le opere più importanti della collezione.

Sala Nera

Aveva una funzione di salotto, sempre di ispirazione rinascimentale ma del Nord. Fu progettata da Luigi Scrosati, il fulcro di tutto era il grande polittico fiammingo. L’appellativo di “Sala Nera” era dato dai rivestimenti originari in ebano e avorio, però dalla distruzione del ’43 si sono sono salvate le porte con delle ricche decorazioni che rappresentano le quattro stagioni, i mobili e le sedie.

Lo studiolo dantesco

Quest’ultimo penso sia la gemma più preziosa della casa. Fu fortemente voluto da Gian Giacomo che qui vi trasferì tutte le sue qualità estetiche, materializzando le sue ispirazioni. Lo studiolo, infatti, non appartiene a nessuno stile preciso, è anzi un miscuglio personalissimo di temi artistici e poetici. Vi chiederete però, perchè studio “dantesco”? Le vetrate ve lo diranno. Con l’autore della Divina Commedia aveva in comune l’esilio, infatti per la sua lotta a favore dell’indipendenza fu costretto a lasciare casa sua. Dopo le repressioni austriache in seguito ai moti risorgimentali del 1848, venne esiliato. Scappò, prima, a Lugano, poi si mise a viaggiare per l’Europa, nello specifico in Francia e a Firenze.

In conclusione, potete decidere voi cosa amare di più di queste collezioni. Se gli orologi antichi, se la pittura lombarda, fiorentina e veneziana, se gli arredi, se le ceramiche, se tutto. Sicuramente il fascino è ovunque, basta girare continuamente la testa e sopportare la possibilità di un torcicollo.

P.S. : a furia di nominare Giangiacomo sarà sorta in voi una certa curiosità in merito al suo aspetto. Vorrete dare un volto a quello che fu il padrone di questa affascinante dimora. Ebbene, vi basterà guardare il dipinto opera di Francesco Hayez, che lo ritrae in tutta la sua compostezza ed eleganza, appena varcate l’ingresso di fronte a voi!

Orari e prezzi biglietti Casa Museo Poldi Pezzoli

Giorni: aperto tutti i giorni tranne il martedì.

Orari: apre alle 10 e chiude alle 13 per l’ora di pranzo, alle 14 riapre fino alle 18.

Prezzi: 14 euro l’intero, 10 euro il ridotto over 65, 6 euro il ridotto giovani, poi ci sono delle convenzioni. Ad esempio con la tessera FAI abbiamo pagato 10. Vi lascio il link per saperne di più.

In Zona Duomo, a due passi dalla Scala, vi metto il link del sito del museo dove vengono suggeriti i mezzi per raggiungerlo :

museo: Casa Museo Boschi Di Stefano

La casa-museo Boschi Di Stefano si trova in zona Porta Venezia ed è una piccola chicca tutta da scoprire.

L’abitazione è situata all’interno di un palazzo progettato dal celebre architetto Piero Portaluppi (lo stesso di Villa Necchi). Ora diventata museo, un tempo era abitata da i due coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, due collezionisti d’arte, che acquistarono più di 2000 opere. Alcune di queste opere, circa 300, sono oggi esposte all’interno della casa.

Quando ancora vi abitavano i due proprietari e, quindi, prima che venisse risistemato per adibirlo a spazio espositivo, dovete immaginare l’appartamento con preziosi tappeti, dipinti appesi e sparsi ovunque, anche a terra appoggiati alle pareti per mancanza di spazio.

Antonio e Marieda furono, come già detto, dei collezionisti. Eppure non si può tacere la loro capacità straordinaria di scovare talenti. I due coniugi compravano solo da artisti emergenti e sconosciuti, i quali, poi, con lo sviluppo del mercato dell’arte, divennero famosi e apprezzati. Tra questi ricordiamo Sironi, Corrente, Morandi, De Pisis, Fontana, e altri.

Le opere in mostra

L’appartamento di trova al secondo piano del palazzo. Qui la mostra segue un ordine cronologico e un criterio qualitativo. All’ingresso trovate i ritratti dei coniugi. Svoltando a sinistra, troverete una prima parte della collezione risalente agli anni ’10, raccolta dal padre di Marieda che era già collezionista. La coppia, invece, iniziò a raccogliere opere a partire dagli anni ’20 fino agli anni’60. Il muro che divide lo studiolo dalla sala da pranzo segna la divisione tra le opere precedenti la seconda guerra mondiale e le opere post guerra (da una parte le opere di Sironi, con la tipica ristretta gamma di colori, dall’altra quadri coloratissimi realizzati da un gruppo antagonista ai dettami del regime).

Una collezione incredibile che Antonio Boschi decise di donare al Comune di Milano, con l’impegno di renderla accessibile al pubblico. Una sala di Palazzo Reale venne dunque destinata alla mostra di queste opere. Tuttavia, questa soluzione non ebbe lunga vita. Palazzo Reale presto destinò l’ala ad altre esposizioni e le opere tornarono in deposito al Castello Sforzesco. Gli eredi non furono contenti di questa decisione, così crearono la “Fondazione Bosch Di Stefano”, donando anche la casa, così da accogliere almeno una parte della collezione. Questa operazione richiese però un po’ di anni. la casa-museo, infatti, è aperta sola dal 2003.

Non c’è che da ringraziare gli eredi. Vedere i quadri e gli altri oggetti collezionati nella casa che da sempre gli ha ospitati e dove si è consumata ed evoluta la passione artistica di Antonio e Marieda rende il tour ben più suggestivo e piacevole.

MEATBALL FAMILY Zona Navigli

MEATBALL FAMILY Zona Navigli

DOVE MANGIARE

Siamo state da Meatball Family in via Vigevano, zona Navigli. Abbiamo mangiato una porzione abbondante di spaghetti con le polpette, un piatto che riassume bene il concept del locale. Infatti niente rappresenta meglio l’italo americanità di questo piatto. Anche se sicula al 100% e trapiantata a Varese, non in America, mia nonna era solita cucinarci spesso questi spaghetti, ce l’hanno ricordata. E con tutto quel buon sugo, vuoi non fare la scarpetta? Altra cosa che ci ricorda i pranzi del sabato dai nonni siciliani, quando arraffavo il pane prima di tutti gli altri per assicurarmi la mollica. A fine pasto abbiamo preso il caffè, per evitare l’abbiocco post abbuffata, e sono stati molto apprezzati i marshmallow che ci hanno portato come accompagnamento. E per chiudere in bellezza le polpettine dolci ricoperte di crema alla nocciola, ancora bollenti!!

Non ci siamo mai state, ma dal menù ho scoperto che fino alle 20 è possibile fare aperitivo, ci sono due opzioni: quella da 12€ che comprende un tagliere di affettati misti con focaccia calda e drink a scelta, oppure quella da 10€ che consiste in un mix di polpettine, pizza, patatine fritte e olive con drink a scelta.

Il menù è ricco e originale, vi metto il link per farvi un’idea. Interessante osservare in quanti modi è possibile declinare una polpetta: con la pasta, come hamburger, sopra la pizza, dentro uno sfilatino, vegetariane con i legumi o con le melanzane, e chi più ne ha ne metta.

Ci sono tre Meatball Family a Milano, ecco gli indirizzi: