Nella vivace e pittoresca Brera sorge un giardino piccolo ma rigoglioso, con degli abitanti secolari che lo popolano. Infatti sono presenti due esemplari di Ginkgo Biloba pluricentenari, piantati nell’Orto nel 1774 ai tempi di Maria Teresa d’Austria.
La Storia dell’Orto
A partire dal XVI questo spazio verde veniva utilizzato dall’ordine dei padri Umiliati, fino a quando nel XVI subentrarono i Gesuiti. Sotto l’amministrazione di Maria Teresa d’Austria nel 1774 venne effettivamente trasformato in un orto botanico a scopo didattico, infatti venivano coltivate delle piante medicinali. Dal 1935 la gestione è affidata all’Università degli Studi di Milano, mantenendo così il proposito originario.
Aiuole
Nel giardino sono presenti delle aiuole con diverse piante raggruppate a seconda della famiglia o dell’ordine di appartenenza. Inoltre la collocazione delle differenti tipologie di piante segue un preciso criterio che si basa sul diverso microclima delle diverse aree del giardino.
Arboreto
A ridosso della ex-serra vi è una zona dove sono raggruppati una serie di arbusti e alberi, un arboreto. In estate offrono un refrigerio dal caldo soffocante della città. Al centro si trova la vasca dei pensieri, ovvero un’area dotata di panchine nelle quali ci si può sedere e staccare dalla frenesia della metropoli, conversare amabilmente in questo ambiente suggestivo, con i raggi del sole che timidamente filtrano tra le fronde degli alberi.
Ginkgo Biloba
Lo sapete che le foglie dei Ginkgo Biloba sono il simbolo del parco? Questi due esemplari, rispettivamente un maschio e una femmina, sono la coppia di alberi più longeva della città. Li trovate a fianco dell’Arboreto, prima ancora di leggere la targhetta, li riconoscerete per le dimensioni titaniche, le chiome rigogliose e le foglie che hanno una forma particolare, ricordano un ventaglio.
Sono stata in questo giardino a Brera diverse volte, ma l’ultima, ovvero la scorsa domenica, mi sono resa conto che non l’ho mai visto d’autunno, credo che ci tornerò presto per osservare le foglie che cambiano colore. Per conoscere informazioni utili clicca qui.
In una delle zone più moderne e dinamiche di Milano, all’ombra dei grattacieli, si trova BAM (Biblioteca degli Alberi di Milano). Una sorta di giardino urbano che unisce piazza Gae Aulenti con il quartiere Isola.
Questo piccolo polmone verde è intelligentemente progettato e organizzato per soddisfare diverse esigenze. La biblioteca degli alberi è infatti suddivisa in aree tematiche: ci sono lo spazio fitness con gli attrezzi, le zone dedicate ai bambini con pavimentazione in gomma anti-trauma, le aree cani, la zona relax dove troverete delle sdraio su cui distendervi e prendere un po’ di sole, prati verdi perfettamente rasati, laghetti artificiali, il campo bocce e l’area picnic.
Molto spesso queste stanze verdi sono marcate dalle piante, come la zona delle altalene, circondata da dei romantici salici piangenti. Le specie appartenenti alla collezione botanica del BAM sono davvero innumerevoli, sul sito del parco è presente una mappa interattiva per scoprirle tutte. Una volta appresa la flora, sempre sullo stesso sito, è possibile conoscere la fauna composta soprattutto dagli uccelli. Quali sono gli abitanti, di passaggio o no, che lo popolano? QUI
Un centro commerciale ben strutturato e accogliente, inserito in un contesto molto particolare dove è possibile fare una piacevole e suggestiva passeggiata in mezzo al verde e ai grattacieli.
Villa Necchi è un meraviglioso gioiello architettonico e storico situato nel centro di Milano, vicino al cosiddetto “quadrilatero del silenzio”. In questa villa, infatti, regna una tranquillità non così facile da trovare in altre parti di Milano.
La famiglia Necchi Campiglio
Storicamente, la villa nasce intorno al 1932 e il 1935 per volere della famiglia Necchi Campiglio, costituita dalle due sorelle Necchi, Gigina e Nedda, e dal marito di Gigina, Angelo Campiglio.
I proprietari erano esponenti dell’alta borghesia industriale lombarda (alcuni si ricorderanno le celebri macchine da cucire Necchi), che per il progetto della villa si affidarono al grande architetto milanese Piero Portaluppi, che in questi anni si avvicinò al cosiddetto “razionalismo”, uno stile architettonico basato sulla ricerca di semplicità, unità e razionalità, e che adoperò per ideare l’esterno della villa.
Gli interni
Gli interni, invece, presentano molti elementi di Art Dèco.
Gli ampi e lussuosi spazi interni erano perfettamente ideati anche allo scopo di ospitare gente (e feste!). Infatti, molti sono gli ambienti di svago: la biblioteca, caratterizzata da un particolare soffitto a forma di losanga, dotata di tavoli da gioco; la veranda-giardino; il salone arredato in stile settecentesco; il “fumoir”, salottino dedicato ai fumatori, dominato dalla presenza di un grande camino di gusto rinasimentale; la sala da pranzo con soffitto in stucco (con motivi astrologici!) e grandi e magnifici arazzi di Bruxelles appesi alle pareti.
Al piano superiore, invece, si trovano quelli che sono stati gli appartamenti dei proprietari e le camere degli ospiti. Una di queste camere era chiamata “camera della Principessina” in quanto era riservata a una principessa Savoia, amica delle sorelle Necchi, quando soggiornava qui.
Altrettanto interessanti sono gli spazi che erano riservati a coloro che lavoravano nella villa e le cui uniformi sono sistemate in un armadio che è possibile visitare al piano superiore.
Le collezioni d’arte
Questa casa ha senz’altro conosciuto il lustro e l’eleganza legata anche all’arte.
I proprietari erano collezionisti e questo ha contribuito ad arricchire una dimora già di per sè artisticamente rilevante. A ciò si aggiungono le collezioni che la villa ha acquisito anche da altre fonti e successivamente alla cessione della proprietà al FAI.
Oggi le collezioni presenti in Villa Necchi comprendono opere di Canaletto, Tiepolo, Sironi, De Chirico, Modigliani, Matisse e altri ancora.
D’altronde Villa Necchi fa parte di quelle che sono definite le case-museo di Milano, insieme al Museo Bagatti Valsecchi, la Casa-museo Boschi Di Stefano e il Museo Poldi Pezzoli.
Quando visitare la villa
Questo luogo affascinante e senza tempo può essere visitato dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 18 (alle 17 chiudono le entrate).
Si può però godere della tranquillità del giardino quando si vuole, sedendosi presso la caffetteria qui presente.
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