PANINO LAB, Zona Sant’Ambrogio

PANINO LAB, Zona Sant’Ambrogio

DOVE MANGIARE

PaninoLAB è il posto perfetto per gli amanti dei panini, come si può evincere dal nome, ma non ci si ferma a questi. Noi siamo stati nel locale di Corso Magenta a pranzo, di seguito una piccola rassegna corredata di foto di quello che abbiamo ordinato.

Non potevamo non scegliere dei panini, uno vegetariano e due con la carne. Il primo, Volturno, era composto da hummus fresco, friarielli, mozzarella di bufala e salsa hot chili. Gli altri due erano l’Emilia, con al suo interno la mortadella, il pesto di pistacchio di Bronte e olio aromatizzato al tartufo; l’altro un toast di cui non rammento il nome, ma come vedete dalla foto molto appetitoso con il formaggio fuso. Per non farci mancare nulla abbiamo preso le patatine fritte e le mozzarelline accompagnate dalle salsine.

Appena entrati siamo rimasti colpiti dalla ricercatezza degli arredi, davvero eleganti e ben studiati per rendere l’esperienza piacevole a 360°. Geometrie, tessuti e luci soffuse. Ci hanno fatto accomodare in un angolino leggermente riservato sul soppalco, con divanetti e sedie in velluto molto confortevoli e una abatjour che diffondeva questa tenue luce gialla che rendeva tutto più caldo e accogliente.

Inoltre, dal menù ho scoperto che PaninoLAB non offre solo buonissimi panini ma anche zuppe, sfizi fritti, hamburger, insalate. Essendo noi amanti di Princi, apprezziamo molto i locali dove a qualunque ora del giorno c’è qualcosa di appetitoso ad aspettarci. Colazione, pranzo, merenda, aperitivo e cene disimpegnate: quando volete potete recarvi da PaninoLAB e troverete qualcosa da bere o da mangiare.

Vi lascio l’indirizzo di quello in Corso Magenta e degli altri.

Musei: PINACOTECA AMBROSIANA, affascinante

Musei: PINACOTECA AMBROSIANA, affascinante

Ci sono musei che il fatto di averli visti una volta non ti ferma dal rivisitarli con lo stesso entusiasmo un’altra, la Pinacoteca Ambrosiana è uno di quelli. In questi luoghi una sorta di magia investe il visitatore, che inebriato dalla dolce vista delle capacità artistiche di grandi o piccoli maestri, ne desidera gustare nuovamente il frutto.

Questo incantesimo vi colpisce appena entrati, a partire dalla prima sala. Una luce soffusa accoglie lo spettatore, che vedrà le opere con chiarezza sebbene avvolto da un suggestivo mantello d’ombra. Un’esperienza immersiva e coinvolgente, vi troverete a tu per tu con i dipinti e gli artisti.

Il tour si conclude in grande bellezza. Ultima tappa è la maestosa Biblioteca, uno scrigno di legno che accoglie migliaia di libri e di antichi manoscritti, nonché le pagine del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci!

Un po’ di storia

La storia della Pinacoteca Ambrosiana ebbe inizio nel 1618, quando il cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue e disegni alla Biblioteca Ambrosiana, da lui stesso fondata nel 1607. Queste donazioni costituirono il primo nucleo della pinacoteca, destinato ad arricchirsi.

Federico Borromeo

Federico Borromeo fu un uomo di immensa conoscenza. Seppe creare un polo culturale di rilievo con sede l’edificio dell’Ambrosiana, comprendente la pinacoteca, la biblioteca e un’accademia d’arte.

Il gusto innegabile del cardinale è incarnato dalle opere che il museo racchiude, alcune degli artisti tra i più straordinari, come Raffaello, Caravaggio, Leonardo, Tiziano, Bernardino Luini.

Oltre ad artisti italiani, ricordiamo la sezione dedicata agli artisti fiamminghi, con opere dai dettagli minuziosamente sconvolgenti.

I capelli di Lucrezia Borgia

In alcune sale è conservata anche dell’oggettistica, tra cui capolavori di oreficeria. Particolarmente affascinante è la teca che conserva i biondissimi capelli di Lucrezia Borgia, divenuta quasi oggetto di culto per i romantici dell’Ottocento.

Gli orari e le tariffe le trovate QUI. Noi pur essendo andate di sabato non abbiamo trovato fila per entrare. Non so se era anomala come giornata, ma sembra un posto tranquillo. Frequentato, ma che non necessita per forza l’acquisto del biglietto giorni prima online.

A due passi dal Duomo, dietro Cordusio:

Chiesa: BASILICA DI SAN LORENZO

Chiesa: BASILICA DI SAN LORENZO

Passeggiavamo, come nostro solito in zona Porta Ticinese, in direzione Navigli e veniamo attirati dalle maestose ed imponenti colonne, subito dopo dalla Basilica di San Lorenzo, una delle strutture più antiche di Milano.

Storia della basilica

Studiando la storia della basilica sono rimasta affascinata. Si tratta di un’enorme e magnifica struttura, edificata in epoca tardo-imperiale, tra il 390 e il 410 d.C. La sua pianta circolare (non allungata come la maggior parte delle nostre chiese) la rende un unicum tra le chiese occidentali di queste dimensioni. Originariamente, all’esterno doveva essere preceduta da un grande portico colonnato, del quale rimane solo la parte più esterna: le iconiche Colonne di San Lorenzo! Lo spazio interno è ugualmente grandioso. La prima volta che sono entrata, mi sono sentita così piccola rispetto alla sua grandiosità, ma soprattutto incantata dalla potenza storica che si percepiva. Un tempo, tutto l’interno e la cupola erano riccamente decorati, ma non rimane più molto di quello sfarzo antico.

Ipotesi di committenza

Ci sono diverse ipotesi di committenza. Secondo molti studiosi questa basilica doveva funzionare da cappella palatina, ossia cappella del palazzo imperiale, che si trovava lì vicino! Secondo altri la chiesa sarebbe stata costruita per volere del generale Stilicone, tutore del giovane imperatore Onorio. Tuttavia, alcune fonti parlano di “cappella della regina”, forse a indicare la sepoltura di una illustre donna dell’impero.

Alla base di tutto

Un’altra curiosità sta, letteralmente, alla base di questa chiesa: le sue fondamenta furono realizzate con i resti di un anfiteatro romano demolito, in seguito al divieto ai giochi gladiatori. Questo avrebbe aiutato a rendere più stabile il terreno acquitrinoso dove si trova la basilica.

Sacello di Sant’Aquilino

Degno di nota il sacello di Sant’Aquilino, una piccola cappella di cui ricordo il mosaico di “Cristo filosofo tra i discepoli“, con fondo oro.

Da sempre ammirata, nel Rinascimento la basilica è stata oggetto di studio di personalità quali Leonardo, Bramante, Filarete.

Si tratta, in breve, di una delle chiese più antiche della città di Milano, testimonianza monumentale di un periodo storico travagliato e affascinante: una meta imperdibile, da segnare nel vostro itinerario.

La Basilica di San Lorenzo si trova in Corso di Porta Ticinese, impossibile non notarla.

 

Bar: OOPS Cafè,  in via Paolo Sarpi

Bar: OOPS Cafè, in via Paolo Sarpi

Paolo Sarpi è una delle nostre mete preferite, andiamo spesso a farci un giro, quindi non poteva che balzarci subito all’occhio la nuova apertura di questo bar: Oops Cafè. A livello estetico risulta piacevole da guardare, con arredi dalle linee semplici ma ricercate. Una delle pareti del locale si contraddistingue per il design originale, presenta diverse nicchie illuminate da dei led bianchi. Proprio questo elemento ha conquistato la mia attenzione, mi trasmetteva calma e serenità. Il luogo perfetto per incontrarsi con gli amici, rilassarsi e per studiare. Molti ragazzi ho visto che avevano il laptop aperto, assorti nello studio o nel lavoro.

Anche il menù mi ha sorpreso. Noi abbiamo ordinato un cappuccino alla rosa di colore rosa, un muffin al cioccolato e una porzione di patatine fritte, lo so un mix sconsigliato per i deboli di cuore. Avevamo voglia di fare una merenda dolce, ma allo stesso tempo ci solleticava l’idea di un piatto di croccanti patatine fritte ancora calde. Vogliamo tornare al più presto per assaggiare le smoothies bowls di frutta, i Kombucha, gli sfizi fritti aromatizzati al tartufo e i cocktails.

A distanza di pochi giorni siamo tornate per pranzo. Abbiamo mangiato un croffles salato, ovvero un croissant cotto nella piastra dei waffle, un avocado toast con il pesce e uno con l’uovo. Da bere, invece, abbiamo assaggiato il tè al limone di Hong Kong e una bibita frizzante allo yuzo (un agrume giapponese).

L’armonia degli interni, la collocazione in un quartiere vivace, il cibo gradevole e il Wi-Fi gratuito sono tutte ottime motivazioni per consigliarvi questo locale.

Oops cafè si trova in via Paolo Sarpi 1

BAR LUCE, Zona Corso Lodi Fondazione Prada

BAR LUCE, Zona Corso Lodi Fondazione Prada

DOVE MANGIARE

Il Bar Luce è l’iconico caffè situato all’interno della Fondazione Prada, progettato da Wes Anderson. Si caratterizza per le tinte pastello e gli arredi retrò anni ’60. La carta da parati sul soffitto riprende nei motivi la Galleria Vittorio Emanuele, un omaggio a Milano.

Per chi conosce e apprezza il regista in questione, noterà che l’estetica è riconoscile e simile a quella dei suoi film, nei colori utilizzati e la cura dei dettagli. C’è anche un easter egg per i suoi fan, in uno dei flipper all’interno del locale c’è un richiamo al suo film con Bill Murray, “Le Avventure Acquatiche con Steve Zissou”. Nel progettare il Bar Luce Wes Anderson ha dichiarato di aver pensato ad un bar dove gli piacerebbe scrivere e conversare.

L’ultima volta che siamo andati era una mattina di Novembre, affamati abbiamo ordinato una ricca colazione: cappuccino, cioccolata calda con panna, torta al cioccolato, torta di marzapane rosa (una delizia per gli occhi e per il palato) e una pasta alla crema.

Questo caratteristico caffè lo trovate nel primo edificio, appena entrati, di Fondazione Prada.

Da cinefile e cafè addicted abbiamo adorato questa formula, le atmosfere e l’aesthetic del Bar Luce, lo consigliamo vivamente. Inoltre per gli appassionati dei film del regista propongo un’idea carina da mettere in atto quando vi recherete al bar; potreste indossare un’outfit che nell’estetica ricordi una delle pellicole di Wes Anderson, ad esempio riprodurre la pettinatura del personaggio di Gwyneth Paltrow in Tenenbaum. Su Pinterest o Tik Tok ci sono moltissime idee e spunti.

Come mappa inserisco quella di Fondazione Prada, trovandosi al suo interno il locale:

Museo: FONDAZIONE PRADA, arte contemporanea

Museo: FONDAZIONE PRADA, arte contemporanea

Fondazione Prada è molto di più di un museo, si tratta di uno spazio espositivo di arte e cultura contemporanea. La struttura è frutto di una riuscitissima produzione architettonica che ha rimesso a nuovo un complesso di edifici già esistenti, originariamente costituivano una vecchia distilleria del 1910. Ad essi furono integrati 3 nuovi elementi architettonici: Podium, Cinema e Torre. Quest’ultima si compone di otto piani di cemento bianco a vista, numerose vetrate e un ascensore panoramico. All’interno della Torre è presente una mostra permanente (Atlas) e un ristorante.

Quali mostre di arte contemporanea ci sono?

Oltre ad Atlas ci sono altri progetti, sul sito della Fondazione li trovate elencati: in corso, permanenti e futuri.

Atlas, una mostra permanente del museo

Atlas occupa sei de piani della Torre e presenta una serie di opere di artisti differenti. Vi consiglio di rivolgervi alle maschere per chiedere qualche nozione sulle installazioni. Una delle mie stanze preferite è quella dei funghi a testa in giù, preceduta da un percorso al buio, l’intento è di ricreare un effetto psichedelico nella percezione mentale del visitatore.

Come arrivarci e altre info utili

Fondazione Prada si trova nelle vicinanze di piazzale Lodi. Proseguendo lungo corso Lodi, dove c’è l’ex Scalo Ferroviario di Porta Romana, imboccate via Brembo e poco più avanti sarete giunti a destinazione. Il posto è ben collegato e raggiungibile con la metro gialla (fermata Lodi Tibb), oppure con il tram 24 o la linea 65 del bus. C’è inoltre un parcheggio, gratuito per i visitatori della mostra, chiedete alla cassa. Per maggiori informazioni su come arrivare a Fondazione Prada e sul costo del biglietto, cliccate qui. Nel weekend consiglio di acquistare i biglietti online per non rischiare di arrivare lì e non trovare posto.

Una merenda al Bar Luce?

Fate un salto al Bar Luce, è situato all’interno del primo edificio rispetto all’entrata. Progettato dal regista Wes Anderson, ricorda moltissimo i suoi film e le atmosfere dei caffè della vecchia Milano.

Domenico Gnoli

A Novembre siamo andati a vedere la mostra su Domenico Gnoli, un pittore, scenografo e illustratore. Interessante come hanno distribuito nello spazio espositivo la produzione dell’artista. Al piano terra i suoi quadri pop e iperrealisti, al primo piano una serie di illustrazioni, bozze e disegni. I soggetti dei suoi dipinti sono poltrone, letti, colletti, ciocche di capelli, dettagli dei vestiti. Emerge subito in primo piano l’elemento materico di cui sono costituiti, ed è impressionate la cura dei dettagli. Rispetto all’iconografia classica viene posto il focus su aspetti di solito trascurati e posti in primo piano, facendoli diventare i protagonisti. Inoltre le figure umane non sono mai illustrate per intero, costringendoci ad immaginare la narrazione che sta dietro la rappresentazione.

Fondazione Prada ci ha davvero molto entusiasmato, un progetto in continua evoluzione, un museo di arte contemporanea e non solo, un’esperienza da vivere.